i con nect

FERMO Si chiama “I con net” e, se si legge tutto di seguito, si pronuncia la frase che, tradotta dall’inglese, vuol dire “Connetto”. Si tratta dell’intervento attuativo del Progetto sperimentale “Smart Village” finanziato con i fondi stanziati dal bando del Gal Fermano, per progetti di inclusione sociale di popolazione fragile in area sisma. Duplice lo scopo: da un lato sviluppare servizi innovativi per facilitare il monitoraggio delle condizioni di salute delle persone anziane (over 75 anni) che si trovano nel Fermano. Quindi mettere a punto un servizio con al centro l’utente, per monitorare le condizioni cardiologiche in maniera sistematica e a scopo preventivo. Dall’altro lato favorire e facilitare la socializzazione delle persone, in maniera tale da porre gli aspetti medici in relazione alle attività di svago.

L’uso della tecnologia

Tutto questo si avvarrà della tecnologia: le rilevazioni dei parametri cardiaci saranno connesse con i sistemi di telemedicina, piattaforme che saranno collocate sul territorio. Ovviamente il tutto sarà gestito da un software innovativo, per gestire la logistica: aiuterà a programmare le visite di controllo del campione di 100 anziani al momento coinvolti nel progetto. Allo stesso tempo ci saranno attività di animazione territoriale a carattere sociale, per valorizzare le forme aggregative, nei cui centri attivi o che saranno attivati, gli utenti andranno accompagnati.

I soggetti partner dell’iniziativa

Sono molti i soggetti che hanno sposato questo progetto e che si stanno impegnando per la realizzazione dello Smart Village, che migliorerà, come detto, la vita degli anziani soli. «Al momento stiamo monitorando, per la prevenzione delle malattie cardiache, 50 anziani» spiega Alessandro Ranieri dell’Ambito Sociale XIX. «Vogliamo migliorare le loro condizioni, affinchè non debbano abbandonare il proprio ambiente» gli fa eco Giuseppe Forti, il sindaco di Monte Vidon Corrado.

Il suo è uno dei comuni che aderiscono al progetto, e che fanno parte dell’Ambito: tra loro anche Fermo (capofila), Falerone, Massa Fermana, Francavilla d’Ete, Montappone, Servigliano, Belmonte Piceno, Monteleone di Fermo, Mogliano e Petriolo. C’è poi il Gal, come detto, che mette «100 mila euro per questo primo progetto rivolto al sociale, con attenzione e condivisione verso il territorio», commenta la presidente Michela Borri.

Non c’è tecnologia che tenga senza la Politecnica delle Marche, e per un progetto così importante, è arrivato a Fermo, da Ancona, il rettore Gianluca Gregori. Cinque i punti da lui analizzati. «Sono importanti i rapporti tra le istituzioni, questo progetto ha un approccio multidisciplinare, la strategia (sia dal punto di vista sociale che occupazionale, grazie alle nuove tecnologie) – le parole del Rettore – poi il ruolo della nostra università, più progetti integrati, al fine anche di guadagnare attrattività».

Dove per attrattività intende rendere appetibile il territorio a chi viene solo per qualche giorno o si trattiene un po’ di più. «Le proiezioni demografiche in calo, che abbiamo fatto insieme al professor Francesco Chelli, ci hanno fatto capire che sono dovute in parte al calo della natalità, in parte proprio alla bassa attrattività – sottolinea Gregori – non dobbiamo dimenticare che il territorio è una somma di flussi: persone e risorse che si spostano».

Ed è Michele Germani che ha ricordato che gli strumenti utilizzabili per il monitoraggio sono da un orologio a braccialetti, compresi sensori ambientali per monitorare movimenti, eventuali cadute o nel caso anche lo stato del sonno.

Il punto di vista medico

«Vogliamo sì evitare lo spopolamento dalle aree interne, ma anche fare prevenzione: un diritto e una responsabilità» il commento di Licio Livini, direttore generale d’Area Vasta 4. Di approccio geriatrico multidimensionale ha parlato il dottor Andrea Vesprini, dell’Inrca, altro soggetto partner del progetto. Ci sono poi i medici di Medicina Generale di Montegiorgio, ci sono le cooperative sociali Idea, Nuova Ricerca Agenzia Res, Utopia, e l’azienda Vega Lift. Proprio quest’ultima al suo interno ha un centro di ricerca, in cui lavorano molti ingegneri, pronti a dire la loro, ricorda infine Paolo Vitturini, titolare della stessa Vega.

Chiara Morini